Categories: Peregrinatio Mariae

Meta, 30 aprile – 8 maggio 2011

Ogni volta per noi in pellegrinaggio con Maria, arrivare in un paese è respirare una diversa atmosfera, accogliere le tinte speciali di fede, di amore, di forza di questo popolo d’Abruzzo, sparso a piccoli grappoli di umanità arroccati sulle montagne o distesi sulle colline della Valle.
Meta è un piccolo paese. Ma di particolare –ti domandi arrivando- che cos’ha? Non è il più piccolo, non è il più antico. È però il più alto paese della Valle Roveto, con i suoi 1050 metri, ed è proprio a metà della valle: se ti avventuri fin sulla parte diroccata – la più antica, dove il crocifisso bianco è posto a benedire il paese- ti si mozza il fiato: tutta la valle da un lato all’altro è sotto lo sguardo, e l’orizzonte si confonde con il cielo. Ma se non vai sul monte, non vedi nulla dello spettacolo che è riservato a chi cerca tra i rovi e i sassi del monte, e il paese custodisce e un po’ nasconde il suo segreto. Così i suoi abitanti: accoglienti, felici, festanti, con quel tratto di riservatezza mista a schiettezza che si legge nei volti di tutti.
L’accoglienza della Madonna del Monte Viglio è un momento che si ripete con sempre nuovo splendore, ma qui è particolare, perché il Monte Viglio è qui, Meta sorge proprio sotto la cima del Monte, e  la statua partirà in elicottero da Meta il 9 luglio; e poi il parroco è don Franco, ideatore della Peregrinatio, e don Alberto è nato qui…
Quando la statua entra in chiesa, sulle spalle degli immancabili alpini, si avverte la presenza di Maria come un fiume di tenerezza e di forza che benedice la Valle.
La chiesa gremita di centinaia di persone non solo di Meta, ma dei paesi d’intorno, si raccoglie in  un profondo e intenso silenzio di preghiera, permettendo a ciascuno un dialogo intimo e personale con il Signore, con la Madonna. Don Alberto –a cui spetta ogni volta presiedere la celebrazione eucaristica- invita tutti a entrare nell’esperienza pasquale che la liturgia ci offre:

Siamo dentro l’ottava di Pasqua, la liturgia la considera come unico giorno, tutta la settimana è un solo grande giorno di Pasqua. Dobbiamo comprendere che non abbiamo notizia più bella che dire: Buona Pasqua! Buon ingresso nel mistero della Passione e della Resurrezione del Signore.
Siamo il paese più vicino alla cima del Monte Viglio, ma la Madonna ne indica uno più alto: la vita della Trinità. Gesù risorto alita sugli apostoli dando loro lo Spirito, e parla del Padre. Così dobbiamo sentirci avvolti dalla Trinità, in questa parrocchia che ne prende il nome.
Quando la Madonna è arrivata e ci sono stati i fuochi d’artificio, noi eravamo tutti con il naso all’insù… così è successo agli apostoli quando Gesù è salito al cielo, e poi, agli apostoli gli angeli hanno detto: quel Gesù che avete visto salire al cielo tornerà.
Come dobbiamo vivere questa Pasqua? Riprendiamo il testo degli Atti degli apostoli: tutti i credenti stavano insieme, mettevano ogni cosa in comune, prendevano i pasti con letizia e semplicità di cuore. Riscoprire il nostro Battesimo è rispolverare questa verità! La Madonna molto probabilmente era presente nel Cenacolo, con i primi cristiani. Il Vangelo ricorda che Giovanni la prese con sé, tra le cose care, nella sua casa. Se Giovanni era nel Cenacolo, dove poteva essere Maria? Mi sento là a ricevere il dono della presenza della Madonna…
Guardiamo a Maria: lei ha basato tutta la sua vita sulla Parola di Dio: niente è impossibile a Dio. Lei ha seguito Gesù per tuta la vita, anche quando c’è stato da soffrire.
La Madonna questo dice: Gesù è qui, in ogni momento della nostra vita. Lei Gesù l’ha portato sempre nel cuore e con lo stesso amore ama ciascuno di noi. Lei non ha amori diversi.
La festa possa avere i frutti che Dio si aspetta da noi, la Pasqua possa dare in noi frutti di gioia e di pace per tutti.

Felice augurio, e facile profezia, sperimentata lungo tutta la settimana durante le catechesi e i momenti di preghiera comunitaria e personale che hanno alimentato e nutrito la fede di tutti: gli abitanti e i pellegrini.