Categories: Parola del Giorno

28 dicembre 2016 – Mercoledì – Santi Innocenti Martiri

Parola del giorno :Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre

Vangelo del giorno: Gv 20,2-8   

L’ordine è preciso e Giuseppe lo esegue senza batter ciglio,
anche se la motivazione per cui deve fuggire,
non è che appaia tanto comprensibile.
Perché quel bimbo che è figlio di Dio
deve subire una persecuzione appena nato,
e per di più da parte di un re
che ha tutte le ragioni per non temer nessuno?
Un qualunque uomo nella condizione di Giuseppe
– sogno o non sogno – se lo sarebbe chiesto.
Magari un altro, al posto suo,
avrebbe anche messo in discussione la sua fede
con tutto quello che lo aveva mosso fino ad ora.
Giuseppe no. Giuseppe, il giusto, agisce:
si alza nella notte, prende il bambino con la madre
e parte per l’Egitto.
Ed anche se il vangelo non ci dice
che il tutto lo ha condiviso con Maria,
da lei sicuramente ha imparato
che – quando si ha a che fare con il Signore –
la miglior cosa è tenere pronto il sì
e custodire ogni cosa meditandola nel cuore.

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».