Categories: Parola del Giorno

15 giugno 2017 – Giovedì – 10a settimaba del Tempo Ordinario

Parola del giorno :chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio

Vangelo del giorno: Mt 5,20-26   

L’ira fa parte dei vizi capitali da combattere;
in tanti  – forse tutti – vorrebbero ignorarla,
nessuno la vorrebbe neppure assaporare, eppure l’ira è lì,
accovacciata all’ingresso del sentire di ciascuno
pronta sempre a farsi spazio ed a scattare,
alla prima perdita di forze o di controllo,
giungendo a fare male fino la cuore,
pronta sempre a giustificarsi e a farsi ‘perdonare’,
quasi non dipendesse dalla umana volontà.
Gesù, che ne conosce bene
la pericolosità e a cosa può portare,
mette in guardia i suoi discepoli perché imparino
a bloccarla nel suo nascere
e  ancor prima che diventi azione,
cominciando con il freno della lingua
che ha il potere di uccidere anche più della spada.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».