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25 Novembre 2017 – Sabato – 33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno :Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui

Vangelo del giorno:  Lc 20,27-40                 

Questa è la verità che supera ogni altra,
anche se lascia sorpresi e un po’ sconvolti
coloro che di fede ne hanno poca, e mal gestita.
È straordinaria per quanti dalla fede si lasciano guidare,
senza dover cercare risposte e spiegazioni impossibili.
Gesù è preciso, e in risposta ai sadducei che lo provocano
afferma con chiarezza che c’è una vita altra oltre la morte
che non può essere compresa da chi la immagina
legata alle stesse leggi di quaggiù.
La vita oltre la morte è una vita altra: è una vita in Dio
e appartiene al Dio dei viventi, che non si spiega
e non si comprende neppure con cavilli raffinati,
ma che solo può spiegar se stesso e tutto il resto.
La miglior cosa è rendergli la giusta gloria
che nasce dal vivere per lui, nella gioia del dono,
senza sofismi e ragionamenti contorti e confusi,
come quelli messi in atto da interlocutori malfidati,
che sperano di metterlo in difficoltà, e restano beffati
dalla loro stessa sicumera.
Lasciamoci guidare dal Maestro che approfitta
di ogni occasione per piantare lungo i solchi della storia
messaggi di vita e di  saggezza destinati
a trasformare in vita senza fine anche gli sprazzi
di umanità vissuta in sintonia con la sua volontà.
Perché la vita senza fine per l’eternità felice,
per l’uomo creato a sua immagine, si costruisce
vivendo in piena comunione con lui e i fratelli
la vita di ogni giorno.

Dal Vangelo secondo Luca:

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda:
«Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie
e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli.
Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna.
La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.