Testimonianze offerte nella settimana vocazionale tenuta all’Oasi nel Febbraio 2007

Tutti noi siamo alla ricerca di qualcosa o qualcuno che ci possa rendere felici. La ricerca della felicità è scritta nel cuore di ogni uomo. C’è chi procede dritto per la sua strada con lo sguardo fisso verso la meta; c’è invece chi procede a tentoni come un cieco, che non vede nulla davanti a sé, cercando indizi che a volte possono portare su strade senza via d’uscita. Ognuno, però, a modo proprio, porta nel cuore un grande desiderio di felicità ed è sempre alla ricerca, finché non trova il suo tesoro. Siamo Tommaso e Marisa una coppia di sposi, consacrati nella comunità Oasi da solo un anno. Il nostro cammino vocazionale ha lunghe radici. Già nel periodo del nostro fidanzamento sentivamo nel cuore il desiderio di dare un qualcosa in più al Signore. Siamo venuti in contatto con diversi gruppi, comunità, associazioni, tutti molto coinvolgenti, con un loro specifico carisma da donare alla Chiesa ed al mondo, ma nessuna di queste è riuscita a soddisfare quella sete che avvertivamo. Ci eravamo da poco trasferiti da Roma e stavamo alla ricerca di una Parrocchia dove poter vivere ed alimentare la nostra vita cristiana. Avevamo momentaneamente messo da parte l’idea di quel qualcosa in più, convinti che qui non avremmo trovato nulla che potesse rispondere ai nostri desideri più profondi. Casualmente il Signore ha messo davanti ai nostri occhi, mentre entravamo nella Chiesa di S. Restituta a Sora, un poster con le date degli incontri di preparazione al matrimonio, dove abbiamo notato l’esistenza dell’Associazione Oasi Mariana Betania ad Alvito. Di ritorno da Sora per la vecchi strada, abbiamo notato l’indicazione stradale dell’Oasi, come se fosse qualcuno che con il dito ci stava indicando la strada da percorrere e così, abbiamo deciso di seguirla. Siamo giunti alle porte dell’Oasi, ignari di quello che di lì a poco sarebbe successo. Abbiamo bussato, abbiamo chiesto ed ecco che le parole del Vangelo si sono avverate sotto i nostri occhi: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e troverete”. Siamo stati accolti con molta cordialità e con il sorriso sulle labbra come dei figli che tornano a casa dopo un lungo viaggio. Ci siamo subito sentiti a nostro agio, come se quella fosse stata la nostra casa da sempre. Appena varcata la porta abbiamo salutato la Madonnina posta all’ingresso con dieci Ave Maria, come è consuetudine fare per chi giunge per la prima volta in questa Comunità, e subito dopo, quasi come diretta conseguenza, siamo saliti nella Cappella a salutare Gesù Eucarestia. Tre persone in ginocchio erano assorte in preghiera, anche noi ci siamo uniti a loro e tra la confusione creata dai nostri due bambini abbiamo ringraziato il Signore di averci fatto giungere fino a lì. Mentre pregavamo con lo sguardo fisso verso Gesù, una grande pace ha invaso il nostro cuore e una consapevolezza era finalmente arrivata: avevamo trovato ciò che cercavamo. È straordinario come il Signore abbia agito nella nostra vita e come attraverso difficoltà e strade contorte e misteriose ci abbia fatto approdare alle porte dell’Oasi. Fino a qualche ora prima nessuno dei due avrebbe mai pensato che quel desiderio che da tempo portavamo nel cuore si sarebbe potuto realizzare in quel preciso momento ed in quel preciso luogo. Quando la sera siamo ritornati a casa, ci siamo guardati negli occhi e senza dirci nulla ci siamo comunicati la gioia che lo Spirito aveva riversato nei nostri cuori. Quasi increduli avevamo finalmente colto parte del progetto che Dio aveva preparato per la nostra famiglia: il nostro posto era nella comunità dell’Oasi Non conoscevamo ancora nulla, il suo carisma, la sua spiritualità ma una voce continuava a ripeterci dentro, che quello era il posto che il Signore aveva preparato per la nostra santità. Una cosa ci aveva colpito: un nuovo stile di vivere la propria vocazione cristiana, valorizzando i carismi di ogni membro e facendo della diversità una ricchezza per l’intera comunità. Abbiamo riscoperto il significato profondo di quel versetto degli Atti degli Apostoli: “Erano un cuor solo ed un’anima sola”, un’apertura a 360° verso tutto ciò che porta l’uomo a realizzare il progetto scritto nel suo cuore. Così ci siamo avventurati in questo percorso e questa sera insieme a voi ringraziamo il Signore del dono ricevuto, nella consapevolezza che tutto e suo dono e dopo aver fatto tutto questo eravamo, siamo e saremo sempre servi inutili.

Tommaso e Marisa