8 Marzo 2010 – Lunedì della III Settimana di Quaresima
Parola del giorno : “Nessun profeta è ben accetto in patria”
Vangelo del giorno: Lc 4,24-30
Essere profeti, dacché il mondo è mondo,
è sempre stato scomodo.
Gesù ha dovuto sottostare, anche lui, a questa legge.
Suo compito è ristabilire quell’equilibrio
che poggi sulla logica di Dio
laddove l’uomo, per egoismo
oppure per viltà o anche indifferenza,
lo ha come cancellato dal suo cuore.
Parla al Suo posto l’uomo che è chiamato
e per suo conto dice ai suoi fratelli
ciò che a Dio sta a cuore e desidera sia fatto.
Il fatto è che quelli che conoscono
colui che profetizza
da lui vorrebbero piuttosto udire altro:
quello che fa comodo e che piace,
non quello che li scomoda.
E se questo non avviene c’è il rifiuto.
parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.