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28 Agosto 2010 – Sabato della XXI settimana del tempo ordinario

Parola del giorno : “Così sarà il regno di Dio. Un uomo doveva fare un lungo viaggio…”

Vangelo del giorno: Mt 25,14-30 

Il regno paragonato ad un lungo viaggio
è un delle immagini
con cui Gesù Maestro
cerca di spiegare in qualche modo
il difficile concetto
del Regno dei cieli.
Il viaggio è un buon riferimento
Perché riguarda tutti
e tutti quanti mette in movimento.
Se lo si intraprende,
anche se non si conosce bene il ritmo né la meta,
ma si porta dentro forte
la voglia di  raggiungerla
e in cuore la decisione ferma di lasciarsi andare,
man mano che si avanza cresce la certezza:
si parte, si ritorna e Dio è sempre in cuore
che non ti lascia per un instante solo
ma sempre ti accompagna
ed è disposto, comunque vada il viaggio,
a starti sempre accanto
perché possa decidere e vivere con lui.

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due,
a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco,
ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il talento sotterra: ecco qui il tuo.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato
il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.