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26 Dicembre 2010 – Domenica fra l’ottava di Natale – SANTA FAMIGLIA DI GESU’

 Parola del giorno : ”Giuseppe destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto.

Vangelo del giorno:  Gv  1,1-18 

Giuseppe: che campione di umiltà
e di obbedienza!
Che splendore di uomo nelle mani dello Spirito,
incastonato a meraviglia
in quel quadretto di famiglia
che nella fedeltà e nell’ascolto
si perde tra le vvvv del mondo che li ignora
e nello stesso tempo manifesta
e lo realizza, con la dedizione dei poveri di Dio,
un disegno di amore grande
concepito fin dalla creazione,
ma che si compie solo quando
Iddio che ha voluto e preparato il tutto
trova pronte creature come lui
e soprattutto come la sua sposa.
Giuseppe è l’uomo del silenzio
che nella propria vita lascia parlare Dio
mostrandosi disposto
a fare tutto quello che gli chiede.
Giuseppe è un uomo saggio
che ha costruito sulla roccia
la casa del suo cuore
e non c’è temporale che possa distaccarlo
dal volere del Signore.

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».