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23 novembre 2013 – Sabato della 33a settimana del Tempo Ordinario

Parola del giorno : “E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.”

Vangelo del giorno Lc 20,27-40  

Le risposte di Gesù alle domande
da parte degli scribi e farisei,
alle quali, peraltro, è abituato,
sono sempre per lui un’occasione
per diffondere il suo insegnamento
e difendere quella verità che spesso loro,
per partito preso, controbattono e vogliono occultare.
A dare loro una mano di rinforzo questa volta
ci sono i sadducei, una setta di notabili del tempo
che negano la resurrezione
e con astuzia gli presentano una domanda
che ha dell’inverosimile e fa mettere in dubbio
la buona fede della loro intelligenza.
Ci vuole tutta la sapienza e la pazienza di Gesù
per dare una risposta esauriente
basata passo passo sulle Scritture
alle quali loro fanno riferimento.
Chissà come saranno andati via
quei sapienti di Israele i quali,
si lasciano guidare da logiche umane
che nulla hanno a che vedere
con la Parola e ancor più con la Volontà di Dio?
La cosa buona è che gli stessi scribi,
che li hanno ascoltati attentamente,
condividono la risposta di Gesù
e non esitano a dirlo apertamente,
bloccando in questo modo
qualunque altra inutile domanda.

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.