Categories: Convegni

Convegno mariano 2014 – “Maria Aurora di Speranza”

 

SEDICESIMO CONVEGNO MARIANO – 2014

Maria Aurora di Speranza

 

vedi: foto del convegno

 

Maria, aurora di speranza. XVI convegno Mariano all’Oasi

“Il nostro intento, da quando è nato questo Convegno, era ed è quello di restituire alla Madonna il suo giorno, che è il 15 di agosto, perché al compimento della grazia che ha ricevuto è assunta in cielo anche con il corpo, come Gesù. Proprio perché il giorno di ferragosto è diventato un giorno di scampagnate, di feste e quant’altro… “ con queste parole don Alberto apre il pomeriggio di preghiera e lode alla Madonna: un paio di ore intense  e preziose per il loro contenuto di gioia e di contemplazione, di canto e di festa, che traspare sui volti di amici e fratelli nella fede, convenuti da Sora, Cassino, Broccostella, Alvito, san Donato, ma anche da più lontano, quasi a voler unire un territorio che non ha confini, come non ne ha l’amore a Maria, venerata sotto il titolo di Aurora di speranza.

I convegni annuali – questa è la XVI edizione- hanno due tappe: nella prima, il 15 agosto, quella del lancio, si è più concentrati sulla preghiera, si ricevono le indicazioni per lavorare; la prima domenica di settembre è la volta della condivisione di preghiera, dello scambio di esperienze, della festa insieme, della serenata alla Mamma celeste.

Quest’anno la Madonna ci ha fatto già un bel regalo, perché oltre a don Alberto e don Francesco abbiamo due sacerdoti: don Giovanni De Ciantis, nuovo rettore del seminario di Sora, e padre Lino, passionista, di ritorno da una predicazione mariana a Cassino. Tutti siamo sotto il disegno della Provvidenza, che la Madonna accarezza, come lei sa ben fare. Questo ci incoraggia!

L’icona è portata all’altare da una bimba, Maria Aurora, visto che il tema di quest’anno è proprio Maria, aurora di speranza. Una coincidenza? Non solo. Maria Aurora nasce proprio da una fede ritrovata, da un’aurora di speranza che Stefania e Domenico, suoi genitori, hanno sperimentato nell’incontro con Dio, attraverso la mediazione dell’Oasi mariana Betania. La speranza che è fiorita da un difficile tornante di vita, quando tutto sembrava perso, ha visto fiorire nella loro famiglia un nuovo orizzonte di speranza. La testimonianza di questa famiglia sarà donata nella seconda fase del convegno, e sarà un momento alto di condivisione e di luce per tante famiglie ferite, ma la loro vita è già espressa nell’incedere tranquillo di questa piccola bimba e del suo fratellino verso l’altare allestito all’aperto.  Don Alberto accoglie l’icona, e dà inizio alla preghiera del Vespro.

L’inno iniziale è il canto dedicato a Maria, Aurora di speranza, suggerito dal cuore di don Alberto, e musicato dal maestro Luigi Mattacchione. In questo clima prende forma la lode del vespro, in questo caldo pomeriggio d’estate, lode che si annoda poi attorno alla contemplazione di Maria, aurora di speranza, e alla presentazione del materiale per la riflessione personale dei prossimi giorni, fino alla prima domenica di settembre.

Anche stavolta don Alberto sorprende tutti piacevolmente, perché ha raccolto le sue riflessioni in un opuscolo che vede oggi la sua pubblicazione: “Spero Maria”. C’è dentro tutto, con la passione, la profondità, la chiarezza a cui don Alberto ci ha abituati ormai da tempo! Che si potrà dire di più e meglio?

Eppure sì, ci sarà ancora da aggiungere la vita vissuta, la speranza quotidiana, la carne di tanti cuori che si sono messi in gioco per amare e soprattutto per lasciarsi raggiungere dall’amore e dalla luce gentile che promana dall’aurora mariana della speranza che ha nome: Maria.

AP

CANTO DEL CONVEGNO:

MARIA, AURORA DI SPERANZA

 

Il prisma di vetro trasforma un raggio di sole in vari colori,

una sola fiammella riaccende di luce e calore il buio del mondo.

Una stretta di mano può dare a chi è scoraggiato una forza di vita,

un gesto d’amore riesce a rendere eterno colui che lo compie.

È questa, Maria, la fede e la nostra speranza,

basata su poche parole che vengon da Dio.

Se tu ci prepari all’incontro con l’amore che salva,

la luce che è in noi può farsi ogni giorno più piena.

 

Una goccia d’amore diventa un mare di luce,

se posta a risplendere insieme a quel dono di grazia,

che tu sai offrire con tocco di grande premura

a chi nella notte si è perso e annaspa nel vuoto.

 

Aurora tu sei, Maria della nostra speranza

che vive, che cresce e in te trova il modello più alto,

che l’alba accarezza e introduce con sfumati colori

perché presto il sole divino riscaldi ogni cuore.

 

AURORA, MARIA. SPERANZA.

la preghiera esprime l’incanto di un cuore innamorato di Maria

 

Riportiamo qui di seguito il testo integrale della “contemplazione” su Maria, aurora di speranza,  composto don Alberto Mariani,  fondatore, dell’Oasi Mariana Betania e promotore dei convegni mariani di carattere popolare,che si svolgono nella suggestiva cornice collinare della Val Comino.

Il testo, suggestivo nella descrizione, poetico nella presentazione, lascia intravedere la tenera fiducia  del figlio e l’amore appassionato del discepolo, ed è il migliore commento del clima vissuto quest’anno nel corso del convegno, giunto alla sua sedicesima edizione, dal titolo: “Maria, aurora di speranza”.

Aurora e Speranza. Sono termini “usati” ma, forse, per molti ancora sconosciuti, oppure hanno perso valore.

Schiavizzati dalle luci artificiali e troppo pressati dalle morse del buio della disperazione, ‘aurora’ e ‘speranza’ appaiono come termini vuoti, lontani, impossibili, difficilmente abbordabili da gente nutrita di fretta.

Per apprezzarli nel senso più vero dobbiamo fermarci, e forse anche chiudere gli occhi, perché portano dentro qualcosa di assai delicato che sfugge ai distratti.

Per questo – nel giorno a lei dedicato – vogliamo, almeno per poco, uscire dal mondo e dalle sue attrazioni – rumori ed abbagli – e ammirarne con gli occhi del cuore, le note e i colori, i suoni e gli odori che rendono a noi più vicina e più bella Maria, la nostra madre e regina, l’Aurora della nostra speranza.

 

L’Aurora. Chi di voi si è messo qualche volta, alzandosi quand’era ancora buio, con gli occhi puntati ad oriente per gustare i rumori, gli odori, i colori della luce che vince la notte e avanza crescendo col sole che sale sul mondo?

Più facile forse, sarà capitato osservare il tramonto. Bellissimo anch’esso; ma qui i colori sono diversi: più forti, più cupi, più vivi; ma… hanno un altro sapore; e poi portano dentro i rumori del mondo, ormai stanco e mai sazio, che cerca di rubare alla notte che avanza gli ultimi sprazzi di luce, confusi tra le nostre stanchezze, complice anche la luce artificiale, delle centrali o dei pannelli solari.

L’aurora – che non è l’alba, ma solo una parte di essa – è diversa e porta freschezza, dolcezza, sapore di carezza leggera e soave.

Qui, sul mondo che dorme – o in parte è assonnato – regna forte il silenzio. I rumori sono quelli del bosco – se c’è nei paraggi – e i sapori soltanto quelli dei nostri pensieri che, se ci siamo svegliati assai presto, non debbono essere pochi e sono già pronti a turbare anche il giorno. Ma ci bastano attimi; ad essi dobbiamo fare attenzione perché sono preziosi per non lasciarci sfuggire i colori, che già si vanno affacciando.

L’aurora che accarezza il creato, e ce lo apre allo sguardo, è di una delicatezza incantevole: non s’impone; procede assai lenta. Si accoda alla notte e le lascia anche il tempo di andare, mentre lei, per farsi la strada, cattura le ultime gocce di buio e le fa tutte sue, compagne di viaggio di una vita che, se rantolava nel vuoto, ora sta per fiorire. Una vita che muta ogni istante, che evolve assetata verso l’orizzonte infinito a cui è indirizzata per procurarsi la gioia.

Per gustarla non possiamo distrarci, stiamo attenti a non batter le ciglia, perché ci potrebbe sfuggire il momento più bello. Perché la luce, si sa, è fatta di attimi ed ha un richiamo più forte del buio, è veloce molto più della notte: l’aurora non dura poi tanto, ben presto si fa alba e questa, nella sua brevità, è costretta a cedere il posto alla luce del sole.

E gli odori? E i rumori? Sei talmente distratto che neppure li senti. Anche se quelli di casa li hai lasciati alle spalle, lentamente, sia pure in lontananza, ti passano innanzi quelli delle fabriche alimentati da gente che ha lavorato di notte e di quanti sono in moto per farsi trovare già pronti al risveglio del grande mercato.

E i sapori? Li gusti, senza averli avvertiti, come quall’acquolina che si genera in bocca quando il naso o gli occhi catturano anche in lontananza qualcosa che piace. Sei così affascinato che devi fare attenzione per notare che muovi la lingua e le labbra senza averne coscienza, mentre, dentro il tuo cuore, avverti gli effetti benefici di quello che osservi incantato, che ti nutre già l’anima senza fartene accorgere…

 

Maria. Vi sento che dite: Ma che c’entra Maria? Non chiedetelo a me. Forse è meglio che insieme la risposta ci mettiamo a cercarla; oppure chiediamolo ai santi, incantati ancor più da quel fascino immenso che sprigiona la Madre di Dio, la dolce fanciulla di Nazaret, in qualsiasi ora del giorno e della vita, man mano che la si conosce, soprattutto su chi sa ammirarla con limpido sguardo e con la mente ed il cuore catturati dalla sua straordinaria umiltà.

Mettiamoci in giro e chiediamolo a chi l’Aurora-Maria ha cambiato la vita, rinnovandogli il cuore. Oppure a coloro che, passando per Lei, hanno scoperto quel Sole che è diventatro la luce abbagliante, la fonte di nuova Speranza, la Gioia che nasce da un Sì che scatena altri sì, che nessuno riesce a fermare, neppure la Notte ed il Male.

Per quanto riesco a capire, Maria è per noi quell’incantevole poema di luci e colori, che – come l’aurora fa con la luce del sole – precede e fa spazio all’Amore incarnato che illumina il mondo e dà vita, sapore, colore, ragione di esistere a tutto il creato; e, in primis, all’uomo, creatura – la sola – chiamata e capace di amare l’Amore.

Ancor prima dell’alba, che giunge annunciata dalla Parola di Dio, Maria è lì a vegliare in tutta umiltà, sul vuoto dei cuori e sul buio del mondo, in attesa che si compiano le promesse divine…

Ma qui già si sente odor di Speranza.

 

Speranza

Sembrava quasi che, presi dall’ansia di non perdere nulla di quanto di buono e di bello può offrire l’aurora – sul cui incanto ha prevalso la parola Maria (che davvero può far perder la testa!) – avessimo perso di vista la parola Speranza. E invece era lì, coltivata nel cuore di una creatura ‘pennellata’ da Dio più che capolavoro, la quale già bimba è pienamente inserita nelle divine promesse. Proprio lei, Maria, meditando in preghiera, di quelle promesse avverte nel cuore l’arrivo e ne gusta gli albori. E proprio come fa l’aurora nei confronti del sole, ne anticipa l’ora aprendo, a chi è attento, sfumature di luce che conquistano i puri e incantano i ‘mistici’; ma che lei, in tutta umiltà, non trattiene per sé: li lascia passare fino a che – rimanendo nell’ombra, senza entrar nella notte – farà spazio per tutti alla luce del Figlio che vince le tenebre cupe del mondo e dona al creato un nuovo respiro.

È questa la grande Speranza, che non nasce dai sogni né da favole antiche, ma da parole e promesse che hanno all’origine la Fonte divina, della quale Maria, ancor bimba, di già si disseta e col suo popolo spera, ancor prima che giunga per lei l’età dell’amore che Dio farà sua.

 

Sembra lungo il tragitto a chi lo vuol raccontare; in effetti è qualche attimo o un poco di più. E la bellezza sta lì, velata in quella catena di attimi nei quali il suo Sì la fa “uno” con Dio, che ricevuto l’assenso di umana creatura la copre con l’ombra dell’Amore divino e nel suo grembo all’istante si accende la Luce del mondo, che non s’impone ma delicatamente si offre aspettando che liberamente si aprano i cuori.

Questa è per noi l’Aurora-Maria-Speranza del nostro cammino. L’unica che ancora può aprire, nella maniera più degna e più bella, alla Speranza – con la lettera grande – che, per chi crede, è già una certezza. Certezza di cui il mondo – che gioca a nascondersi – ha ancora un immenso bisogno.

Questa à Maria, aurora della nostra Speranza della quale vogliamo innamorarci per poterla annunciare.

 

don Alberto