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29 Aprile 2018 – V Domenica di Pasqua – B

Verso la Domenica

suggerimenti per la preghiera comunitaria sul vangelo della Domenica

29 Aprile 2018 – V Domenica di Pasqua – B

Spirito Santo, aiutami ad accogliere questa Parola come rivolta direttamente a me
e disponimi ad ascoltarla con tutto il mio essere:
mente cuore e volontà,
perché vi sappia riconoscere immediatamente l’insegnamento di Gesù, Parola fatta Carne,
e abbia il coraggio e la gioia di intonare sul suo insegnamento tutta la mia esistenza. Amen.

 

Vangelo di Gv 10,11-18

dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Meditazione.

Il Vangelo di questa quinta domenica di Pasqua ci porta in campagna ad osservare la vigna e la vite. Gesù non ci invita ad essere agricoltori e potatori di viti vere e reali, ma, attraverso questa immagine tratta dalla vita agricola, ci invita a capire e a valutare il nostro grado di appartenenza alla chiesa, da Lui fondata e inviata nel mondo a portare frutti di gioia, pace e fraternità.

Come in tutte le vigne e le viti ci possono essere tralci che non vanno, non producono più e allora il vignaiolo taglia via i rami secchi che vanno poi buttati via e bruciati, mentre gli altri li pota così danno più uva.
L’immagine usata da Gesù è utile per capire come dobbiamo vivere e cosa dobbiamo testimoniare in quanto discepoli di Cristo: bisogna rimanere in Cristo, radicati profondamente in Lui, perché chi rimane in Gesù e Lui noi porta molto frutto, perché senza di Cristo non possiamo far nulla.

Non illudiamoci che possiamo fare tutto o poco senza Cristo: senza di Lui non possiamo neppure alzarci al mattino e aprire gli occhi al nuovo giorno che inizia. Tutto è possibile in Lui e con Lui, in quanto nulla è impossibile a Dio. Per cui, chi non rimane in Cristo e si allontana da Lui con il peccato o rinnegando la propria fede, viene gettato via come il tralcio, che poi secca e di conseguenza lo raccolgono per gettarlo nel fuoco e bruciarlo.

Nell’esempio usato da Gesù, la vite è Cristo stesso, la linfa è la sua grazia, l’essere ancorati a Lui, significa crescere in santità di vita. Allontanarsi da Lui, significa vivere nel peccato, senza grazia che ci santifica, con le conseguenze ben note di rischiare la condanna eterna ed essere gettati nel fuoco dell’inferno, rappresentato dal tralcio secco, tagliato e bruciato. Forte appello a cambiare stile di vita e a improntare tutto il nostro essere cristiani sulla grazia che ci fortifica, ci santifica e ci prepara per il Paradiso.

 

Domande per orientare la meditazione e attualizzazione

  • Quali sono i “molti frutti” che potremo realizzare secondo le parole di Gesù?
  • Come possiamo sapere se siamo tralci vivi uniti a Cristo e non rami secchi destinati al fuoco?
  • Abbiamo la consapevolezza che senza Dio nella nostra vita non possiamo fare?

Preghiera

Spirito Santo, io credo che la preghiera
è il respiro della mia anima e l’ossigeno della mia vita.
La Parola meditata diventi ora
il nutrimento del mio colloquio con il Padre,
con il Figlio e con Te,
e mi apra a una unione di anima e cuore
sempre più autentica e profondare. Amen!