Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.

«Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

La prima domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli

è quella su cosa di lui pensano le folle che lo seguono.

i discepoli si fanno trovare pronti a riferire,

forse anche con un certo entusiasmo e orgoglio

attinto proprio dall’entusiasmo della gente

nei confronti del loro maestro.

Ma Gesù non si accontenta, perché quello che di più

gli interessa è il pensiero loro.

Dalla domanda che subito pone loro si capisce

che non si tratta di curiosità da parte sua

ma di provocazione al coinvolgimento;

la loro risposta, infatti, sarà anche l’espressione

della ragione per la quale essi hanno scelto di seguirlo.