In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

L’annuncio di Gesù ai suoi discepoli,

– possiamo anche chiamarla rivelazione – è sconvolgente:

parla di fuoco che vorrebbe già acceso.

Il suo non è un parlare che ci lascia indisturbati

ma ci stimola e ci impegna, perché quel fuoco ci riguarda.

Oltre come “fuoco” del suo amore – che già la dice lunga –

Gesù qui fa riferimento almeno ad altri due fuochi:

quello del battesimo, già annunciato dal Battista

– che battezzava solo con acqua, mentre il Messia

avrebbe battezzato in Spirito santo e fuoco –

e quello della Pentecoste che si presenta

sotto forma di fiammelle di fuoco.

Entrambi richiedono un impegno di testimonianza

non del tutto semplici perché, comunque,

si tratta di un’esperienza di morte e di risurrezione

che deve assimilarci sempre più a lui.