La foto è del 21 Maggio us. mi è capitata sotto gli occhi per caso mentre, trovandomi a preparare il fondo per questo numero della rivista, cercavo altro. Mi ha colpito immediatamente, ancor prima di leggere il titolo dell’articolo che la accompagnava. Ho dovuto ingrandirla molto per coglierne i particolari. Non so esattamente dove si trovino. Il luogo mi è sembrato quello di una casa qualunque, ma più grande del normale a giudicare dal tappeto sotto i piedi di tutti; dietro le spalle sul fondo si intravede un mobile con vetrine (probabilmente una cristalliera) e a sinistra un paio di poltroncine o forse un divano da salotto. Ma ad essere grande qui è Papa Francesco, il quale, benché sia al centro, quasi si perde nel gruppo degli otto (quattro uomini e quattro donne) e nove con lui, che – questo risulta assai chiaro – stano pregando. Lo dicono – se non fosse scritto a commento – la posizione eretta col capo inclinato e gli occhi socchiusi, ma anche una mano posata sulla spalla del proprio vicino e l’altra di alcuni di loro aperta col palmo verso l’alto, mentre altri con essa sorreggono un foglio con le parole di un canto o di qualche preghiera. Ingrandendo di più si vedono bene sul tavolinetto dei fogli poggiati, uno dei quali nasconde un telecomando o forse anche un telefono, e accanto un bicchiere con dentro un po’ d’acqua e a terra una bottiglia con l’acqua, che ha già riempito il bicchiere ed è pronta per ogni evenienza… Se questa è la casa del Papa mi vien da pensare che quell’acqua sia offerta da lui; ma potrebbero anche averla portata con loro le persone inquadrate, che di certo si sentono a casa e si son presentati così come sono, sapendo di essere accolti per questo. Infatti non indossano vestiti eleganti e neppure cravatte o magliette firmate o scarpe appena acquistate. Peccato che non si vedano quelle calzate dal Papa perché, di sicuro, sarebbero uguali. Due ricordi mi sono venuti in mente osservando questa foto. Il primo è quello di quando Papa Francesco appena eletto vescovo della Chiesa di Roma: presentandosi al popolo con lo storico ”buonasera”, chiese ai fedeli di pregare su di lui e si chinò profondamente per ricevere la benedizione del Signore per intercessione del popolo. L’altro ricordo che pure mi impressionò, risale a circa sei mesi dopo, quando il 3 Settembre 2013, nell’Aula Paolo VI ricevette in udienza i Cavalieri e le Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, venuti in pellegrinaggio a Roma, in occasione dell’Anno della fede. Terminò l’udienza senza nessun baciamano e nessun saluto finale, ma semplicemente salutò tutti con la mano da lontano e si ritirò dalla porta laterale da dove era entrato. Qui no. Qui – e la foto lo attesta – Papa Francesco è “in famiglia”. Da loro – i due più vicini addirittura indossano una maglietta ‘riciclata’ o offerta da qualche ditta – si lascia toccare e in tre tengono la mano posata sulle sue spalle. E lui, a capo chino, immerso in profonda preghiera e con in mano, piegato, il foglio della preghiera li lascia fare. Ma questi per lui, sono il “corpo di Cristo”, i poveri che gli fanno avvertire la presenza di Dio e gli fanno respirare l’aria di casa. Sono l’ossigeno di cui ha bisogno per essere fedele al mandato petrino.
don Alberto Mariani