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Da Pasqua a Pentecoste nella Parrocchia di Alvito

Riscoprire la bellezza della nostra fede e testimoniarla seguendo i passi del Risorto, questo l’intento principale della proposta che ha coinvolto la comunità parrocchiale di San Simeone Profeta in Alvito durante il Tempo di Pasqua. Approfittando anche del progressivo allentamento delle misure di contenimento anti covid, si è cercato, infatti, di ricentrare l’attività pastorale intorno alla celebrazione eucaristica domenicale delle ore 11.00, quale momento speciale di comunione fraterna e, soprattutto, di incontro con Cristo nella Parola e nel Pane di Vita. In particolare, come afferma il parroco, don Alberto Mariani, tale cammino post-pasquale può essere visto come uno stimolo diretto ad un’attiva e più intensa ripresa del cammino comunitario che permetta una riflessione maggiormente attenta e distesa sulle fondamenta della vita cristiana, attraverso l’ascolto e la meditazione delle letture previste dalla liturgia domenicale. Ciò, solennizzando soprattutto la festa di Pentecoste come traguardo finale di un percorso che, avendo avuto come punto focale la Visita Pastorale del Vescovo nello scorso febbraio, si è andato strutturando in tre tappe e che, perciò, si è significativamente definito itinerario delle “tre quaresime”. Mettere al centro la Pentecoste significa anzitutto riscoprire e valorizzare il dono dello Spirito nella vita dei credenti e delle comunità cristiane, fuoco che fa ardere il cuore e concede il giusto coraggio per annunciare e testimoniare la fede nel Signore Risorto. E proprio la Fede, insieme alle altre due virtù teologali, Speranza e Carità, ha rappresentato il cuore delle riflessioni domenicali che ci hanno accompagnato da Pasqua a Pentecoste. È attraverso la fede, infatti, che possiamo accogliere la rivelazione di Dio in Cristo, essere coinvolti pienamente in essa, schiudendo le porte all’azione, sempre sorprendente, dello Spirito. E la fede, ci insegna San Paolo, nasce dall’ascolto della Parola – «fides ex auditu» (Rm, 10,17); una Parola che una volta ascoltata e accolta, va custodita, lasciando che prenda dimora nel proprio cuore, così che il suo seme abbia modo, nel nascondimento e nel silenzio, di germogliare e di fruttificare, di fasciare le nostre ferite, di illuminare le zone d’ombra della esistenza, fino a permeare tutta la nostra vita, così da traboccare e compenetrare ogni nostro gesto. Solo così, essa ci aiuterà a convertirci, a risanarci, ad acquisire uno sguardo profetico capace di cogliere frammenti di amore pure nelle tenebre più profonde, a discernere la presenza del Risorto lì dove sembra regnare solo la sterilità della morte, a scorgere i segni del Vivente anche nel sepolcro vuoto, a mantenere desta la speranza, ad essere piccole fiaccole che riverberino e lascino trasparire la luce del Signore Gesù che guida i nostri passi verso il Regno promesso.

Paolo Pizzuti