“Caro don, oggi la parola del giorno mi ha fatto riflettere e mi sono sentita chiamata in causa. mi sento spesso come il giovane ricco, o almeno da un lato vorrei essere come lui. Lui è chiamato esplicitamente a seguire Gesù, anzi, è proprio trasportato, è proprio quello che vuole fare. Gesù ha visto anche quale felicità voglio io?! Meno male che l’ha vista Lui perché spesso io la perdo di vista e mi perdo in giri di valzer tra tante distrazioni. A volte mi domando davvero cos’è che mi trattiene dal dire sì completamente, quali sono le mie ricchezze che mi tengono inchiodata: non parlo solo di una scelta di consacrazione totale, ma alludo a ogni volta che vedo palesemente Gesù nel fratello, nelle circostanze che mi si presentano quotidianamente etc. ma mi volto per non essere coinvolta, per non prendere una decisione. Non do proprio occasione a Gesù di dirmi Vieni e seguimi. Così è facile, ma la felicità non la raggiungo mai in tal modo. È esattamente come quando tu scrivi Andò via triste, ricco di una tristezza che ogni giorno si farà più grande non riuscendo a dimenticare lo sguardo e quel suo: “vieni e seguimi”.
Grazie per tutte le meditazioni che ci invii quotidianamente che consentono di riflettere, magari 9 su 10 passano inosservate e quasi scivolano alla lettura frettolosa che ahimè riservo loro ogni giorno. Ma anche se una sola riesce ad entrare e a filtrare lascia un segno che resta…” (Claudia)