Categories: Parola del Giorno

30 Agosto 2010 – Lunedì della XXII settimana del tempo ordinario

Parola del giorno : “Il Signore ha mandato il suo Spirito su di me”

Vangelo del giorno: Mt 4,16-30

A Nazaret, da grande ormai,
Gesù presenta a tutti la sua missione
che poggia su una convinzione ben precisa:
lo Spirito donatogli dal Padre,
al quale si abbandona fedelmente,
opera in lui ciò per cui è venuto
ed egli lo asseconda.
Comunicarlo è facile in quanto già il profeta
lo aveva preannunciato.
È un caso che quel giorno
gli capiti di leggerlo
davanti a tutti nella sinagoga?
Per lui di certo no.
Per questo senza aggiungere di più
commenta con poche semplici parole:
quello che ho appena letto
oggi si compie in me. Ed io son qui per questo.
Allo Spirito di Dio non si può dire no.

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

In quel tempo, Gesù si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”.
Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”.
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.