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3 Novembre 2010 – Mercoledì della XXXI settimana del tempo ordinario

Parola del giorno : “Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo

Vangelo del giorno:  Lc 14,25-33  

Per muovere al sicuro i propri passi
chi decide di iniziare la sequela di Gesù,
prima ancora di mettersi in cammino
deve sedersi e fare bene i conti.
Occorre un buon lavoro di liberazione,
oppure – se si vuole – di alleggerimento.
Ci sono infatti pesi che impediscono
di stargli dietro con serenità,
essendo il passo suo quello che porta
a conquistare il cielo e non la terra.
Per questo, la prima condizione posta innanzi
a chi vuol diventare suo discepolo
è quello di tagliare con i beni che possiede,
che fossero le cose o anche le persone.
Gesù non scende a patti:
nel campo dell’amore
per chi vuole seguirlo veramente
il primo posto deve darlo a lui.
Il resto, tutto, viene sempre dopo!

parola di oggi per chi non ha il testo a portata di mano:

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».