Categories: Peregrinatio Mariae

La celebrazione d’inizio, il 27 gennaio 2011 a Civitella Roveto

“O madre dolce, cara e premurosa, veglia su di noi, figli tuoi.”

Picchiettando sul volante mentre si dirige verso Civitella Roveto per la celebrazione d’inizio della Peregrinatio Mariae nella Valle Roveto, don Alberto canta con questo ritornello alla Madonna del monte Viglio la gioia di tutta l’Oasi Mariana Betania, chiamata ad animare uno straordinario evento che coinvolge per sei mesi tutte le parrocchie della Valle: si tratta di  un’idea che ha messo in movimento l’intera Valle Roveto, attorno a Maria, raffigurata in una bella statua di bronzo di circa 130 cm e onorata sotto il titolo di Madonna del monte Viglio, che arriverà a luglio sulla cima del monte Viglio, per vigilare su tutti gli abitanti della valle.
Ma prima di arrivare in cima, la statua di Maria –questa l’idea partita da don Franco, parroco della Valle, che ha coinvolto tutti- farà tappa in ognuna delle 18 parrocchie, accogliendo i canti, le riflessioni, le preghiere dei fedeli che verranno a pregare e a consegnare ansie, gioie, richieste ai piedi della Madre, e per imparare da lei e con lei a salire verso la vera vita.
L’avvio della Peregrinatio è guidato dal pastore della diocesi a cui la Valle appartiene, mons. Filippo Iannone, che al termine della celebrazione eucaristica benedice la statua e dà il mandato ai missionari di questa esperienza mariana, che vedrà coinvolti membri dell’Oasi Mariana Betania e fedeli di ciascuna parrocchia, con vari momenti di incontro, catechesi, preghiera per tutti i giorni di permanenza della statua della Madonna in ciascuna parrocchia.
La bella chiesa di Civitella accoglie oggi diverse centinaia di persone radunate da tutta la Valle, diversi parroci,  rappresentanti dell’Oasi mariana Betania, in un clima che è subito di festa, di gioia grande, di devozione.
L’omelia del vescovo suggerisce in modo semplice e incisivo le linee da seguire per il nostro percorso.
Le sue parole ci ricordano che se la statua della Madonna sarà pellegrina, “lei non passa fra noi per insegnare qualcosa, ma per far vedere cosa vuol dire essere del Signore”. Vogliamo pensare a Maria come discepola del Signore, e come nostro modello.
Questi i concetti fondamentali della sua omelia:
Maria ha ascoltato la Parola del Signore e l’ha messa in pratica
Maria è modello: entra nella nostra vita perché è anche nostra Madre. Ci invita, ci accompagna, ci aiuta…
Lei vuole raggiungere tutti per dire: “Fate quello che lui vi dirà”.
È come se la Madonna ci dicesse: “Vi dite cristiani? Volete realizzare quello che io ho realizzato? Ascoltate la sua Parola! Ritornare alla Parola di Dio, al Vangelo, alla Sacra Scrittura”.
Quante parole si ascoltano oggi! Quante inutilità e banalità! Ma quanti dedicano 5 minuti al giorno per ascoltare e leggere la Parola di Dio?
Maria alla famiglia dice: Prendete il libro della Parola come il libro più prezioso della vostra vita e mettetelo in pratica.
Il discepolo non è chi ha imparato delle cose, fossero anche tante, ma colui che ha imparato dal maestro il modo di vivere. Essere discepolo è fare tutto secondo Dio.
S. Paolo dice “Abbiate gli stessi sentimenti di Cristo”(Fil 2,1-5), e anche “Noi abbiamo il pensiero di Cristo” (I Cor 2,6-16).
È chiaro che per avere i sentimenti di Cristo dobbiamo cambiare i nostri sentimenti.
Maria ci indica la strada per imparare ad avere gli stessi sentimenti di Cristo, per imparare a fare quello che Gesù ci dirà. Seguire e imitare Maria significa stabilire una scala di valori con Dio al primo posto e poi tutto il resto.
Maria come modello ci richiama al significato del nostro dirci ed essere cristiani, ci invita a riappropriamoci del nostro Battesimo, del nostro essere cristiani.
Il vescovo conclude il suo intervento invitando tutti a vivere in modo tale da far sentire al mondo che ci circonda la bellezza dell’essere cristiani e del vangelo.
Il suo augurio è che le persone in contatto con noi possano sperimentare l’amore, la compassione e la tenerezza dell’essere cristiani.
Al termine della concelebrazione il vescovo ha benedetto la statua della Madonna del Monte Viglio e ha affidato il “mandato missionario” a tutti coloro che si adopereranno per animare la peregrinatio, simbolicamente rappresentati da 12 membri dell’Oasi e 12 membri proveniente dalle comunità parrocchiali della Valle.