Categories: Peregrinatio Mariae

Canistro, 22 – 29.05.2011

Devo, posso, voglio farmi santo!

Un antico ricordo affiora dall’incontro di don Alberto con don Nazareno, anziano parroco di Canistro Superiore in questo assolato pomeriggio domenicale.
Cinquanta anni fa, era il 1961, in prima media, il piccolo Alberto cominciava il seminario. Appena arrivato, probabilmente il giorno dopo, a fare la meditazione con i nuovi piccoli seminaristi era proprio don Nazareno. Su un piccolo quaderno dalla copertina nera Alberto segnò la sua riflessione, con tre punti: debbo farmi santo, posso farmi santo, voglio farmi santo!
Don Nazareno spiegò che Dio chiede la santità, perciò debbo. Ma se Dio ci chiede qualcosa è perché possiamo farla, perciò posso. Che cosa dipende da noi? Una cosa sola, ed è il terzo punto di quella meditazione: voglio farmi santo: Dio questo ci chiede, ci ha creati per questo, per andare in Paradiso!
Ad ogni tappa di questa Peregrinatio abbiamo la gioia di approfondire un aspetto o l’altro della vita della Madonna, la sua fede, il suo amore, il nostro cammino con lei. Ogni volta è sempre diverso, mi sussurra una signora che da tre settimane segue la Peregrinatio negli appuntamenti quotidiani, mettendosi in viaggio con il cuore e con la presenza, attirata dal clima mariano che si respira ogni volta. Ha coinvolto il marito, i genitori, la figlia… tutta la famiglia è in movimento di gioia, nel cammino interiore dentro la pace.
Che cosa prendiamo da questi giorni, come messaggio mariano, in questa penultima tappa verso il monte Viglio?
La fede di Maria. Don Alberto la ripropone a tutti, nell’omelia di inizio: La grandezza di Maria sta nella sua fede! Mentre salivo lungo questi vicoli da dove ci siamo fermati, la mia mente se n’è andata lontano e pensavo –visto che questa è la chiesa di san Giovanni Battista- pensavo a dove è nato san Giovanni Battista, e pensavo a quando la Madonna è salita, è andata lei, di corsa –raggiunse in fretta la casa di Elisabetta-  e andò a fare visita alla cugina, alla parente Elisabetta, per mettersi a sua disposizione. Appena si incontrarono Elisabetta e Maria ci fu un segno, che Elisabetta avvertì, e disse a Maria: a che debbo che la madre del mio Signore venga a me? e beata colei che ha creduto all’adempimento delle parole del Signore.
La beatitudine della Madonna è la beatitudine della fede: è colei che ha creduto al mistero di Dio, è colei che ha creduto alla Parola di Dio, è colei che ha creduto alle parole dell’angelo, è colei che ha creduto anche nelle difficoltà che ha incontrato, perché è colei che ha creduto dall’inizio alla fine, fino in fondo, fino a sotto la croce che quel Figlio che stavano uccidendo era il Figlio di Dio, quando tutti lo insultavano, quando nessuno più lo accettava, quando addirittura gli stessi amici cari di Gesù se ne sono andati, Maria era dove? Lì, ai piedi della croce di Gesù, presente, a dire che cosa? Che cosa ha detto Maria? Niente, con le parole. Nulla, non c’è una parola di Maria sul Calvario,  ma con la sua presenza, con la sua attenzione, con la sua –perché possiamo dirlo a pieno titolo anche per lei- con la sua passione, perché quella non è stata solo la passione di Gesù ma anche la passione di Maria, con il suo dolore e con la sua fedeltà ha detto la sua fede.

Dobbiamo, possiamo, vogliamo farci santi, in comunione con Maria, attirati dalla sua esperienza di fede, che ci conduce dritti nel cuore di Dio! Se non arriviamo a dirlo a noi stessi, se non riusciamo a deciderlo con il cuore, se non lo annunciamo con la nostra vita, a che serve aver seguito tutto il percorso di luce che in questi mesi ci ha guidato?