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La Fede di San Bernardino

Suggestioni di un anniversario

ANCHE PER L’OASI CHE CELEBRA 25 ANNI DAL SUO INIZIO

VIVERE E’ RISPONDERE

Signore, affido il passato alla tua misericordia, il presente al tuo amore, il futuro alla tua provvidenza”. Questa è la preghiera che per me e per altri faccio ad ogni compleanno e anniversario e il 29 settembre scorso l’ho fatta per il 25° dell’Oasi. Era il 1989, festa liturgica degli arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele, quando don Alberto, con un piccolo gruppo che si era già in qualche modo costituito, comprò il primo casolare e il terreno.

Io allora non c’ero, ma da mia sorella Maria Luisa, che faceva parte di quel piccolo gruppo iniziale, ne sentivo parlare. Sono arrivata dopo un anno circa su invito di don Alberto dopo una confessione a S. Simeone la cui durata le mie ginocchia ricordano ancora! Fu per me, che sentivo tanto la mancanza di un’esperienza comunitaria, un’opportunità grossa, la presi proprio come un dono del Signore che mi chiamava e mi offriva quanto cercavo a un passo da casa e con la possibilità di condividerla con le mie sorelle. Inizialmente fu questo mio “bisogno” di comunità a coinvolgermi, poi mi affascinò il progetto, il carisma dell’Oasi: essere una “pizzeria dello spirito”, come ce lo sintetizzò una volta don Alberto, per indicare lo stile di estrema semplicità con cui accogliere e tentare di “sfamare” chi vuole soddisfare bisogni spirituali.

Le difficoltà non mancarono certo, ma quanto entusiasmo, tutto ci sembrava bello! Se do la stura ai ricordi non finisco più: camion di mattoni e tegole scaricati col passamano recitando rosari, piedi nel cemento fresco per spostarlo e lastricare una stradina … E soprattutto i momenti di preghiera nella cappellina nel bosco e i primi ritiri e i colloqui spirituali con i confratelli e i nostri martedì a studiare, discutere e magari pure “appiccicarci”! E con i ricordi quante facce, quante storie! Quante persone capitate all’Oasi in cerca di ristoro appunto, lo hanno (speriamo!) trovato, ma quanta ricchezza hanno lasciato a noi! Avevo già 40 anni e non ero sempre vissuta chiusa in casa, ma che esperienze ho fatto all’Oasi, quanta gente mi ha evangelizzato, è stata per me il missionario che mi ha fatto conoscere in concreto la presenza di Dio nella vita dell’uomo che si lascia da Lui toccare il cuore! E le amarezze? L’ amarezza è ricordare le facce di tanti fratelli che con me hanno percorso un tratto di strada e con i quali non condivido più ora il cammino. Ma l’amarezza grande è il pensiero di non aver saputo forse realizzare quanto il Signore ci aveva suggerito! Abbiamo sprecato un dono? Penso e spero proprio di no, ma dobbiamo riappropriarci di questo dono, riscoprirne la grandezza, chi-amati, dobbiamo rispondere con maggior consapevolezza ed impegno, dobbiamo risentire, rinverdire la nostra appartenenza all’Oasi!

La sera del 29 settembre scorso la Comunità si è ritrovata intorno all’altare per celebrare l’eucarestia, è stata una celebrazione per così dire “privata”: eravamo solo noi, i membri effettivi e i novizi e probandi, non tutti (alcuni sono lontani, qualcuno in America!), ma tanti!

Nel corso dell’omelia don Alberto ha fatto dire a tutti insieme ad alta voce “Grazie!” “e – ha aggiunto – il nostro grazie oggi per noi, oltre che lode a Dio, dev’essere anche stimolo a una maggiore coscienza del Dono ricevuto e impegno per un rinnovato entusiasmo”. Ci ha stimolato alla riflessione ponendoci una serie di domande: Chi siamo? E cosa vogliamo? Chi /cosa siamo chiamati ad essere? Cosa dice di noi la gente? E noi cosa diciamo di noi stessi? Il 25° può e deve essere occasione per un esame di coscienza!

Commentando le letture del giorno, ci ha indicato gli angeli come modello di “servi” di Dio da cui imparare la disponibilità, l’obbedienza, la prontezza, la fedeltà. Gli angeli, capitanati da Michele, hanno portato avanti il combattimento contro Satana con le armi valide anche oggi: il sangue dell’agnello, la parola della loro testimonianza, l’amore fedele fino alla morte.

Prendendo spunto da Natanaele di cui Gesù dice: “Ecco davvero un israelita in cui non c’è falsità” dobbiamo chiederci se Gesù di ciascuno di noi possa dire “Ecco davvero un oasino in cui non c’è falsità”.

Abbiamo ricordato coloro che ci hanno aiutato nel nostro cammino ed in particolare i “nostri” due vescovi che ci hanno guidato tanto da vicino: Monsignor Filippo Giannini e Monsignor Luca Brandolini. Assente perché impegnato fuori diocesi, ma spiritualmente presente abbiamo sentito anche Monsignor Gerardo Antonazzo, nostro vescovo diocesano, del quale don Alberto ha ripreso alcuni passaggi dell’omelia fatta a Canneto per la fine della missione diocesana e l’inizio della peregrinatio: “Maria pellegrina della fede” e noi siamo con Maria pellegrini della fede.

Solo se crediamo che Dio non ci chiede l’impossibile, possiamo coltivare il sogno della nostra santificazione; solo se crediamo che a Dio nulla è impossibile possiamo rispondere alla chiamata specifica alla vocazione facendoci strumenti del Dio che realizza l’impossibile, con e nonostante i nostri limiti e le nostre miserie”.

Anche per noi oggi VIVERE E’ RISPONDERE. Don Alberto ci ha invitato a ripetere ciascuno il suo Eccomi: l’Eccomi della gratitudine, dello stupore per le meraviglie che Dio ha operato e continua a operare in mezzo a noi, della costanza, dell’umiltà, della fiducia incondizionata e dell’abbandono nelle mani del Signore.

La celebrazione si è conclusa con il canto de Te Deum!

Antonella Rosati

 

La fede di San Bernardino

Tratto da Avvenire del 12 maggio 2013