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Lettera Pastorale 2016-17 “COME SIGILLO SUL TUO CUORE” SINTESI PER AIUTARE LA LETTURA

Lettera Pastorale di Mons. Gerardo Antonazzo per l’anno 2016-2017“COME SIGILLO SUL TUO CUORE”. Il vangelo dell’amore oggi.

SINTESI DELLA LETTERA


Saluto alle comunità  – PROMESSI A UN UNICO SPOSO

(NB. Quando non è specificato, i numeri tra parentesi fanno riferimento a quelli della Lettera pastorale)

Il saluto alla Comunità si apre con il passo biblico del Cantico dei Cantici 8, 6-7, “Mettimi come sigillo sul tuo cuore” (VEDI TESTO IIN FONDO ALLA SCHEDA) , che precisa subito l’importanza di questo testo che – si avverte subito – non sarà soltanto un punto di partenza, ma la cornice e il cuore di tutta la lettera,  che mira a far ricentrare l’attenzione su  ”l’amore tra l’uomo e la donna (che) partecipa del grande fuoco dell’amore di Dio” (1). Teniamo a portata … di occhi questi due versetti che “narrando (come del resto tutto il libro) “l’amore passionale di una coppia umana”,  trascinano immediatamente dentro un mistero di amore che è quello stesso di Dio.Leggendo e meditando questo testo nasce immediatamente il desiderio che sulla nostra stessa vita il “sigillo”, che è come pietra dura e preziosa, ponga sulla nostra vita un marchio indelebile che ci dà sicurezza e dica la nostra vera appartenenza, perché come singoli, ma ancor più come coppia, siamo impastati di lui e ne sentiamo il richiamo capace di far avvertire “l’attrazione naturale e l’amore passionale tra l’uomo e la donna (come) una sorta di ‘profezia’ dell’amore di Dio per l’umanità”. (2)Si tratta di un amore da recuperare non soltanto nella sua idealità, ma anche nella sua praticità e concretezza, attingendo la forza più grande proprio dalla comprensione della scelta di Dio che attraverso i profeti, per aiutarci a comprendere il suo amore per il suo popolo e stimolarlo a rispondere, usa “ardite immagini erotiche”. “Il cristianesimo – ricorda il nostro vescovo – non ha distrutto l’eros, semmai –aggiunge citando Papa Benedetto XVI- ha riconosciuto che esso “ha bisogno di disciplina, di purificazione, per donare all’uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell’esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende” (3)Aiuterà certamente la comprensione del “rapporto nuziale uomo donna alla luce della grazia battesimale” visto soprattutto come “compimento dell’amore di Cristo per la sua Chiesa”.


Introduzione     – CHIESA, COSA DICI DI TE STESSA?

Già nel suo titolo l’introduzione della Lettera provoca a un lavoro personale e comunitario che può aiutarci a trovare la risposta soltanto in una logica di comunione e di missione. E tale risposta può essere cercata soltanto insieme. Non possiamo affrontare le tematiche affrontate successivamente senza prima aver chiaro il significato della Chiesa e della sua missione e senza sentirsene parte.In sole quattro paginette il vescovo ci offre le idee portanti del nostro progetto di chiesa locale, cominciando proprio dal richiamo alla missionarietà: “La Chiesa non cresce per un’efficiente capacità organizzativa, né per sofisticati stratagemmi, né per proselitismo…la Chiesa nasce e cresce a partire dall’annuncio kerigmatica, dalla forza creatrice della Parola di Dio che invita alla conversine e dona la salvezza per mezzo della Pasqua di Cristo” (8)Il vescovo apre con il titolo “La Chiesa è mistero d’amore” e subito ricorda che “il Signore risorto ci spinge sempre ad uscire da ogni forma di individualismo e di solitudine pastorale…” per poi andare a precisare alcuni aspetti della Chiesa mistero. Tre in particolare:- La Chiesa in quanto mistero di comunione è “germe” del sogno di Dio sull’umanità.- La Chiesa è mistero di amore perché “nasce dal gesto supremo di amore della Croce”.- La Chiesa ha come “linfa vitale l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzione e misura”.
Si capisce che si tratta di argomenti da approfondire; ma intanto danno un quadro dentro il quale possiamo muovere i nostri passi. Gli altri due titoli dell’introduzione sono:La reciprocità Chiesa-FamigliaLa scelta della nostra chiesa particolare
Sono tutte tematiche da approfondire, insieme a quella della Famiglia come “mistero di amore” e del rapporto Chiesa-Famiglia, che concludono l’introduzione.A proposito della reciprocità Chiesa-Famiglia, ci bastino per ora le due citazioni che vi sono riportate. La prima è tratta dal Concilio Ecumenico Vaticano II e l’altra dalla Relazione finale del Sinodo del  2015, citato da Papa Francesco nella Amoris laetitia.“Nella piccola dimensione della realtà familiare si concretizza la realtà della Chiesa, grazie all’amore dei coniugi cristiani i quali in virtù del sacramento del matrimonio partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32) ”(Lumen Gentium 11).
“In virtù del sacramento del matrimonio ogni famiglia diventa a tutti gli effetti un bene per la Chiesa. In questa prospettiva sarà certamente un dono prezioso, per l’oggi della Chiesa, considerare anche la reciprocità tra famiglia e Chiesa: la Chiesa è un bene per la famiglia, la famiglia è un bene per la Chiesa».
Si capisce, allora, perché la scelta della nostra Chiesa particolare sia stata quella di “ripartire dall’annuncio dell’amore e del matrimonio”. Si tratta – precisa il nostro vescovo citando anche qui l’Amoris laetitia – di riproporre urgentemente  il “disegno primordiale che Cristo stesso evoca con intensità: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina?» (Mt19,4). Per poi riprendere il mandato del libro della Genesi: «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne» (Gen 2,24)” (12).
Per tutti, ma in modo particolare per le molte coppie che “vivono oggi esperienze di fragilità e di sofferenza” “è doveroso recuperare il significato antropologico e religioso della coppia in quanto relazione uomo-donna, maschio-femmina”, riproponendola e aiutando a viverla, come “bella notizia” ossia il Vangelo del matrimonio (14). Naturalmente con quella spinta missionaria che deve caratterizzare anche la nostra Chiesa in uscita.Il cuore di questo “lieto annuncio” potrebbe essere racchiuso in queste parole del vescovo:“È bello amare, è ancora più bello amare nella grazia del Signore”. (14)
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Mettimi come sigillo sul tuo cuore,/ come sigillo sul tuo braccio;/ perché forte come la morte è l’amore,/ tenace come il regno dei morti è la passione:/ le sue vampe sono vampe di fuoco,/ una fiamma divina!/ Le grandi acque non possono spegnere l’amore/ né i fiumi travolgerlo./ Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa/ in cambio dell’amore, non ne avrebbe che disprezzo.   (Cantico dei Cantici 8, 6-7)


CAPITOLO PRIMO  – OSSO DELLE MIE OSSA, CARNE DELLA MIA CARNE –
fondamenti biblici dell’amore umano e cristiano.

Fanno da premessa due affermazioni:

– La vita cristiana si misura con le esigenze alte della Parola di Dio, che è “viva, efficace e più tagliente di una spada..”

– La Parola è antidoto alla confusione delle opinioni e deve plasmare e dare vita alla vita del discepolo, per cui “il Vangelo non è soltanto una comunicazione di  cose che si possono sapere, ma una comunicazione che produce fatti e cambiano la vita” (18)

L’icona di riferimento è il testo della Genesi, capitoli 1-2, il cui nucleo centrale è racchiuso nei versetti 26-27 del primo capitolo e 21-24 del secondo. Qui troviamo la decisione di Dio di creare l’uomo a sua immagine e somiglianza, di farlo maschio e femmina, utilizzando per la donna una costola dell’uomo e la soddisfazione dell’uomo nel momento in cui si sente presentare la donna … perché i due siano “un’unica carne”.Si tratta di testi fondamentali, la cui lettura e interpretazione non può limitarsi al semplice aspetto materiale, perché le parole ispirate (la Bibbia non è un dettato, ma un Libro ispirato) offrono una meditazione sapienziale sul tempo delle origini (“i primordi della vita”) – non databile cronologicamente – ma che può andar bene per gli uomini di ogni tempo.

Per quanto riguarda il nostro argomento, uno sguardo attento alla creazione dell’uomo – e della donna ci offrono una serie di elementi importantissimi che diventano basilari per cogliere il progetto di Dio sul matrimonio, visto, naturalmente, in un’ottica di fede.Ecco alcuni elementi fondamentali, legati a tre espressioni:

1) “a immagine di Dio” Creato “a immagine di Dio” vuol dire che l’uomo – è creato in modo tale da poter “vivere a somiglianza di Dio-amore”. Ciò vuol dire che la somiglianza con Dio-Amore si realizza soltanto in coppia”; no singolarmente, ma in coppia.- l’immagine di Dio è la coppia matrimoniale.- l’alleanza di Dio con noi è rappresentata dall’alleanza fra l’uomo e la donna.- siamo creati per amare, come riflesso di Dio e del suo amore.- nell’unione coniugale l’uomo e la donna realizzano questa vocazione. (22)

2) Un aiuto che gli corrispondesse (alla lettera: che gli stia di fonte) (Gen, 2,20)Vuol dire che uomo e donna sono “alla pari”: “aiuto in cui possa rispecchiarsi e riconoscersi” (Dio fa dei due sposi una sola esistenza I due sono “un’unica sola”: l’amore di Dio si specchia nella coppia che decide di vivere insieme (è il mistero del matrimonio)  (23)

3) Osso delle mie ossa… Indica parità; non subordinazione La novità del Vangelo, anche per Gesù, è tutta qui: i due saranno una carne sola!Il matrimonio è u n progetto che viene dal cuore di Dio… “elevato da Cristo a segno sacramentale del suo amore”.“L’unione sessuale dei coniugi è necessaria quale via di crescita e sviluppo della reciproca comunione”(26)La Bibbia è ricca di simboli che possono aiutare a comprendere questo “mistero di amore”: dai profeti al Cantico dei cantici, dalla lettera agli Efesini all’Apocalisse. Si tratta di una tematica che anche i Padri della Chiesa riprendono volentieri, soprattutto con un risvolto spirituale per presentarci “il mistero di Cristo nascosto e rivelato” e “l’unione sponsale tra Cristo e la Chiesa”. (19)Il capitolo si conclude con la presentazione di una icona artistica tratta dal famoso pittore Chagall.

CAPITOLO SECONDO  – VANGELO DELL’AMORE – Orientamenti dottrinali

Il capitolo si apre con un titolo significativo: la letizia dell’amore, richiamo esplicito all’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia. Dopo aver affermato, proprio nelle prime parole, che “L’amore matrimoniale diventa esperienza di ‘vangelo’ perché è stato salvato, redento, purificato da Gesù Cristo” il vescovo dice che “la novità dell’annuncio cristiano” consiste nel fatto che “con la grazia di Cristo è possibile vivere la progressiva compiutezza dell’amore”. Attraverso il sacramento del matrimonio l’amore umano tra l’uomo e la donna si riveste delle proprietà dell’amore divino e da naturale diventa soprannaturale” (33) Solo un cuore umile e disponibile può recepire il significato di queste affermazioni che fanno passare dal ”Ti amo se mi ami” (amore naturale) al “Mi dono perché ti amo” (amore soprannaturale): un passaggio che richiede l’impegno di un’intera vita e che ha il potere di rendere l’amore ogni giorno più vero e più bello!Un impegno che comporta l’esigenza di “ridire la verità sull’amore”, tenendo conto che la dottrina del matrimonio non cambia: è quella di sempre, ma va detta con criteri e linguaggi adatti al mondo di oggi, mirando a “far intravedere il tesoro desiderabile di bellezza, grandezza umana e gratuità che esiste, almeno potenzialmente, in ogni relazione familiare” (36), restando fermo il fatto che (sono parole di Papa Francesco) “il matrimonio cristiano, riflesso dell’unione tra Cristo e la sua Chiesa, si realizza pienamente nell’unione tra un uomo e una donna, che si donano reciprocamente in un amore esclusivo e nella libera fedeltà si appartengono fino alla morte e si aprono alla trasmissione della vita, consacrati dal sacramento che conferisce loro al grazia per costituirsi come Chiesa domestica e fermento di vita nuova per la società” (37).Bisogna però tener conto che la cultura contemporanea, con l’allontanamento dai valori cristiani, l’idea della “famiglia arcobaleno” e la teoria del gender, tentano di imporre altre verità che non hanno nulla a che vedere con i valori del matrimonio sacramento, innescando una vera e propria azione di colonizzazione ideologica a livello planetario (39).Ciò non toglie che, pur nel contesto storico profondamente cambiato e nell’orizzonte antropologico, per tante ragioni, modificato (40),  a Dio non manca modo di far “riconoscere le tracce e i segni di Lui (semina Verbi) anche nelle vicende  umane apparentemente estranee alla sua grazia”. E ciò anche nel cammino verso la scelta del matrimonio, dove si ritrovano “semi di grazia e di verità che in qualche modo sono presenti nelle forme incomplete”. Ad esse la Chiesa, nell’esercizio della sua maternità e cosciente del dovere di “accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito” (47)-  dovrà “guardare positivamente” (43) cercando di approfondire la strategia di una “dottrina pastorale” che tenga conto “delle condizioni reali di una coppia, di particolari circostanze e soprattutto della coscienza morale della persona” (41), invitando a confidare nel sostegno della grazia del Signore (44). “Senza dimenticare che spesso il lavoro della Chiesa assomiglia a quello di un ospedale da campo” (47).


CAPITOLO TERZO  ACCOGLIERE, ACCOMPAGNARE, DISCERNERE, INTEGRARE
Orientamenti pastorali

Quattro verbi ripresi dalla Amoris laetitia sui quali si articolano alcune indicazioni di carattere pastorale al fine di far luce su una nuova prospettiva di impostazione dell’amore matrimoniale cristiano e cercare qualche risposta alle situazioni matrimoniali “imperfette” alla luce di quanto indicato nella pastorale della Chiesa dal Concilio Ecumenico Vaticano II ad oggi.Bisogna ripartire della considerazione del matrimonio come una vocazione e dalla considerazione che la Chiesa ha come compito quella di “offrire un dono che viene da Dio” (48).Da qui bisogna far scaturire una verifica “puntuale” sul “cammino compiuto fino al presente” – per illuminare i punti deboli della nostra pastorale matrimoniale e familiare” (51) , senza temere una sincera autocritica, che spinge a spostare l’attività pastorale a tutt’oggi “incentrata più sull’impegno del vincolo” sacramentale alla riscoperta di un “cammino di crescita verso un ideale da realizzare” (50)
L’accompagnamento, secondo quanto indica Papa Francesco, dev’essere vissuto in una dimensione “dinamica”, ossia dev’es sere vissuto come invito “a volersi curare, a rialzarsi, ad abbracciare la croce, a lasciare tutto, ad uscire sempre di muovo per annunciare il vangelo” (52)A ciò molto potranno contribuire degli “educatori laici” ben formati e sostenuti dall’aiuto di psicopedagogisti, medici di famiglia e altre figure professionali di cui può avvalersi la struttura pedagogica odierna (53). Quanto alla preparazione al matrimoni è necessario allargare il periodo iniziando già da una “preparazione remota” affidata alla famiglia e alla scuola nelle età dell’adolescenza e giovinezza, per poi passare a una “preparazione prossima” affidata alla parrocchia e a una preparazione immediata da tenersi nella zona pastorale. Molto importante e fruttuoso risulterà un accompagnamento specifico soprattutto nei primi anni del matrimonio (62)La seconda parte del capitolo porta il titolo “discernimento delle coppie in situazioni particolari” ed è dedicata a tutte quelle situazioni familiari “irregolari”1 che meritano comprensione e accompagnamento particolare. Cominciando proprio da un aiuto alla ricerca della “volontà di Dio da scegliere e da perseguire da parte della persona”(64). In questo campo “la Chiesa  riceve dalla rivelazione biblica il progetto di Dio sull’amore umano e l’esplicita volontà di Gesù di difendere l’indissolubilità  del matrimonio” (65)Non ci addentriamo nei singoli casi che sono tanti e diversi uno dall’altro perché ogni coppia (e addirittura ogni persona) ha una situazione differente. Possono però risultare utili alcuni principi fondamentali che potranno risultare utili sia per il discernimento che per l’accompagnamento che come crederti siamo tenuti a offrire.
L’ultima parte del capitolo si sofferma nella “integrazione dei divorziati risposati”, per la quale sarà utile avere le idee chiare, senza limitarsi alla semplice preoccupazione se possano accostarsi alla comunione eucaristica o no. Integrazione per loro non significa soltanto poter fare la comunione: ci sono tante cose che possono fare nella comunità cristiana per vivere come tutti la loro fede. Quanto alla possibilità di ricevere la Comunione eucaristica, va fatto un discernimento attento e particolareggiato, caso per caso, restando sempre valido il fatto di “evitare ogni motivo di scandalo” (76). Compito del pastore – si dice, citando Papa Francesco – rimane quello di “aiutare ciascuno a trovare  il proprio modo di partecipare alla comunione ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia immeritata, incondizionata e gratuita” (77).Sempre da Papa Francesco il nostro vescovo riprende una espressione molto forte che deve farci riflettere per un cambiamento di mentalità: “Non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in qualche situazione cosiddetta irregolare vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia santificante”. (78) Secondo punto importante è la considerazione della coscienza personale nel discernimento morale, perché “è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato – che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno – si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l’aiuto della Chiesa”.“Naturalmente – precisa il vescovo – deve trattarsi di una coscienza che sia “illuminata e formata, sostenuta dalla luce della Parola di Dio e dall’insegnamento della Chiesa”. Questa coscienza “è e rimane la norma prossima della moralità di ogni azione e condotta di vita”. (79)
Parlando della “partecipazione ai servizi ecclesiali” si elencano tante possibilità di coinvolgimento dei divorziati risposati “negli uffici della comunità cristiana”. Lo stesso dicasi di tutte quelle delle coppie la cui situazione è “imperfetta” rispetto al Sacramento (80-81).La Comunione nella Chiesa ha un significato molto più ampio e, nel suo insieme dev’essere costruita da tutti, ciascuno con il proprio contributo e partendo dalla propria situazione, per quanto particolare possa essere.