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SECONDA SETTIMANA – NELL’ ANNO DELLA PREGHIERA INDETTO DA PAPA FRANCESCO OASI MARIANA BETANIA ORGANIZZA PREGHIERA IN PICCOLI GRUPPI, IN CAMMINO ALLA SCUOLA DI MARIA , MAESTRA DI PREGHIERA

In attesa che si accendano altri fuochi
soffermiamoci sull’idea, nata dal fatto che gli
incontri comunitari mensili dell’Oasi iniziamo
sempre con un momento chiamato “Scaldare il
cenacolo”. Scaldare il cenacolo è un tempo di
adorazione e di apertura del cuore per vivere
tutto l’incontro nella piena disponibilità alla
Volontà del Signore.
L’immagine a cui facciamo riferimento è quella dei
primi discepoli di Gesù che si trovavano nel
Cenacolo in preghiera con Maria quando giunse,
sotto forma di fiammelle, il “fuoco” della
Pentecoste.
I fuochi che desideriamo accendere tra due o più
persone vogliono avere come riferimento anche
il momento in cui – nella notte di Pasqua – si
accendono le candele dal Cero pasquale e si
diffondono per contagio tutt’intorno fino ad
illuminare la chiesa in cui si sta celebrando.
Posti alla scuola di Maria, questi piccoli fuochi
mirano a farci apprendere lo stile del rapporto
umile e fiducioso con Dio, ma anche la
disponibilità alla Sua Volontà a cominciare da
un’attenzione di servizio ai fratelli e sorelle che
Lui ci fa incontrare.
Se pensiamo agli incontri di Maria, piena di grazia
e totalmente aperta allo Spirito che è Amore,
possiamo immaginarli tutti ricchi di quel calore
che lo Spirito sa portare e diffondere anche nei
modi e nei luoghi più nascosti.
Due o tre persone neppure si vedono ma, con la
forza di Dio possono contribuire ad alimentare un
incendio di Amore che potrà diventare prezioso
contributo anche per fermare le guerre nel
mondo. E non sarebbe la prima volta. Tante volte
la preghiera ha ottenuto grazie e avuto risposte
che umanamente apparivano impossibili. San
Giovanni Crisostomo ha detto che “l’uomo che
prega tiene le mani sul timone della storia”.
Oltre che per il richiamo alla notte di Pasqua,
vogliano tener conto anche del fatto che il
“fuoco” nella simbologia biblica ci riporta al
roveto ardente che conquistò Mosè sul Sinai, ma
è anche uno dei modi attraverso i quali Dio stesso
si comunica e agisce. Soprattutto ci siamo lasciati
conquistare dalla affermazione di Gesù: “Fuoco
sono venuto a portare sulla terra e come vorrei
che fosse già acceso”. Il Fuoco acceso da Gesù
è quello dell’Amore e Maria è stata Colei che lo
ha permesso con il suo Sì a Dio e lo ha vissuto in
prima persona.
E così, non soltanto il nostro Convegno ma anche
ogni incontro di due o più in preghiera – che tra
l’altro può anche essere condiviso
telefonicamente – ha come punto di partenza il
desiderio di lasciarsi accendere e riscaldare il
cuore dallo Spirito Santo e di adoperarci per
incendiare il mondo di quell’amore di cui ha tanto
bisogno e per il quale la preghiera, anche quella
più umile e nascosta, può essere una sorgente
alimentatrice e rigeneratrice.
All’opera, dunque! Accendiamo più fuochi
possibile condividendo l’idea e proponendo lo
schema per la preghiera che già stiamo
sperimentando”.



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