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Apostolato

Convinti che la vocazione dell’Oasi, come quella di ogni cristiano, è anzitutto l’Amore, i suoi membri, dopo averlo chiesto ogni giorno come dono dello Spirito, si impegnano a vivere l’amore scambievole per renderlo -prima vera forma di evangelizzazione- autentica testimonianza della risurrezione del Signore Gesù (At 4,33). E’ per questa via che ci sentiamo di dire -pur conoscendo i nostri limiti e riconoscendo che nulla è più importante del dono dell’amore che rende fruttuoso e bello ogni altro dono- che nulla è estraneo all’Oasi perché nulla è estraneo all’amore. L’amore di cui parliamo non è la genericità di un sentimento, ma l’amore di Dio Padre rivelatoci dal volto di Cristo che trova la sua icona più fedele nel Crocifisso Risorto.

La vita comunitaria è fondata sull’assicurazione di Gesù: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20) e deve riprodurre la freschezza della Chiesa primitiva in cui i credenti erano un cuore solo e un’anima sola (At 4,32), costituivano una sola famiglia, si votavano all’apostolato della evangelizzazione ed erano assidui alla frazione del pane e alla preghiera (At 2,42 ). E come nella primitiva comunità cristiana accanto agli apostoli vi era Maria (At 1,14), così nella nostra associazione non mancherà la presenza della Madre della Chiesa, quale sostegno e guida della vita associativa a determinare nei membri la fusione di ideali, di forze, di energie spirituali e materiali, che promuovano ad un tempo la santificazione personale nel rapporto intimo con Dio (elevazione) e nello slancio di servizio, di condivisione e di missione (incarnazione) per attuare il progetto del Regno di Dio.

Durante l’ultima cena Gesù pregò il Padre perché tutti quelli che avrebbero creduto in Lui fossero “una cosa sola” (Gv 17,21). L’anelito supremo di Gesù era che tutti i suoi discepoli formassero una sola famiglia, una perfetta comunione nella Trinità e questa unità diventasse testimonianza che provoca la fede: “perché il mondo creda” (Gv 17,21).

Inseriti per mezzo del battesimo nell’unico corpo di Cristo, siamo, con tutti i credenti, popolo di Dio unito nel suo amore (LG 9), partecipi di quella comunione che unisce Cristo al Padre nello Spirito e che egli instaurò sulla terra nella prima comunità apostolica (Gv 17,21-23).

La identica chiamata a seguirlo in questa esperienza aggregativa per condividere lo stesso ideale evangelico (LG 43) rende più efficace in noi la grazia comunitaria del battesimo (1Cor 12,13) e ce ne fa segno visibile. Assolviamo così nella Chiesa il compito speciale di esprimerne la santità e la carità, e di presentare al mondo il Cristo orante e misericordioso (LG 46). Pertanto, la nostra vita di associazione deve riflettere l’unione misteriosa della Trinità e nello stesso tempo manifestare in forma visibile il mistero della Chiesa, Corpo mistico di Cristo che è comunione nell’amore.