Parola del giorno :“Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?”
Vangelo del giorno:Mc 14,1-15,47 — Forma breve (Mc 15, 1-39)
Ebbene sì. Simone dorme, e non soltanto lui.
La cena è stata intensa e non soltanto per il cibo,
ma soprattutto per quello che hanno visto fare
e udito da Gesù che, come non mai, ha aperto il suo cuore
confidando loro quanto aveva di più caro,
dopo che il traditore era uscito dalla sala.
Nel podere del Getsemani Gesù va per pregare:
ne sente un gran bisogno, più del solito.
Li lascia tutti un po’ a distanza, a riposare,
mentre gli intimi li vuole più vicini,
partecipi della sua angoscia, pronti a pregare
e a vegliare insieme a lui. Ma a un tratto
li lascia lì a vegliare e lui va un po’ più avanti:
si prostra a terra, la sua preghiera al Padre
si fa intensa e accorata, pesa su di sé l’angoscia
e il dolore della morte atroce che avverte ormai vicina,
la solitudine e l’abbandono da parte di tutti,
compreso il silenzio del Padre al quale chiede con insistenza
– se possibile – di allontanare il calice del dolore.
Dopo un’ora di profondo strazio, Gesù si alza
e va dai suoi in cerca di un conforto che non trova.
Dormono tutti. E Simon Pietro, che, poco prima,
gli aveva assicurato che non lo avrebbe mai abbandonato,
a costo di andare a morire insieme a lui,
dorme anche lui. Come tutti. Come noi.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14, 32-42):