Categories: Parola del Giorno

2 Novembre 2019 – Sabato – Commemorazione di tutti i fedeli defunti

Parola del giorno: “E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna”

Vangelo del giorno: Mt 25, 31-46

Dal Vangelo secondo Matteo

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi». Allora i giusti gli risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato». Anch’essi allora risponderanno: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?». Allora egli risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me». E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

La conclusione del discorso di Gesù è secca e precisa,
ma non si può dire che giunga inaspettata,
perché la spiegazione che la precede è molto dettagliata
e fatta apposta per potersi regolare di conseguenza.
Un giudizio ci sarà per tutti – questo è certo –
dopo la morte di ciascuno e metterà la parola “punto”
su ciò che abbiamo vissuto. Non si potrà andare a capo,
come se la lettera della nostra vita potesse essere riscritta
oppure arricchita di nuovi paragrafi.
Siamo avvertiti: tutto quello che vorremo dopo
lo stabiliamo oggi con il nostro comportamento,
e non occorre molto: basterà ricordarsi
che gli altri sono il tornasole della nostra felicità.
Qualunque cosa avremo fatta a qualcuno
dei nostri fratelli, fossero anche i più piccoli,
Gesù la considera come cosa fatta a lui.
Per cui a seconda che avremo fatto nei loro confronti
gesti di attenzione e di amore oppure di disinteresse
o di rifiuto, ricevere il premio o la punizione,
la vita eterna oppure il supplizio eterno.
Tutto dipende dalla nostra scelta e non vi sono
attenuanti e neppure scuse da presentare.
Meglio pensarci bene oggi e agire diconseguenza.