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Il coraggio delle idee/Aprile 2020

Le guerre non si combattono solo con le armi. E stare in guerra non significa necessariamente scendere in trincea, sparare e schivare colpi.

Di guerre ce ne sono tante e di tanti tipi. Di nemici anche. Questa volta il nemico è silenzioso e invisibile e la guerra, per questo, ancor più ostica. Mai avremmo pensato che dall’oggi al domani, senza preavviso alcuno, l’equilibrio mondiale sarebbe stato pericolosamente compromesso da un nuovo male che attenta alla vita umana e semina incondizionatamente morte ovunque. Non si conosce il volto dell’attentatore silente. Il suo nome sì; covid 19,meglio noto come coronavirus.

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Una particella virale che si è espansa a dismisura colpendo il mondo per intero, lasciandolo completamente impreparato e disarmato. La conta delle vittime è impietosa.Numeri da rabbrividire. Popolazioni decimate. Ma la riflessione non vuole vertere né sulle statistiche, né sulla questione medico/scientifica di cui si parla ininterrottamente ormai da giorni. Credo sia più giusto lasciare questi argomenti a chi ne ha effettivamente le competenze, senza che anche noi azzardiamo ipotesi che ad altro non servirebbero se non ad accrescere la confusione e il panico che ormai serpeggia tra la gente.

Troppi scienziati improvvisati! Lemie perplessità sono di altro tipo.Non voglio nemmeno sposare tesi più o meno complottistiche (alcune delle quali anche verosimili,se non altro suggestive) sui perché sta succedendo tutto questo. Ma un dubbio si fa sempre più spazio tra i miei pensieri che, ammetto,rimangono al momento abbastanza confusi. E se fosse la natura stessa ad essersi ribellata? Se fosse stata proprio lei a scatenare la pandemia? Magari per darci un segnale. Magari per farci capire che davvero abbiamo esagerato nel voler cambiare ciò che fondamentalmente non può essere cambiato. Che ad alcune regole bisogna sottostare.Che alcune regole sono vitali. Chi mi ha già letto saprà anche della mia vena anacronistica. Mai negata e mai nascosta. Rimando quindi le mie esternazioni sul progresso-regresso ad articoli passati. Però non posso fare a meno di notare i tanti e tanti moniti che la natura ci ha dato nel corso degli anni, che avrebbero dovuto farci riflettere e che noi per tutta risposta abbiamo continuamente ignorato. Allora resta ferma lamia domanda: la natura si è stancata?

QuandoMosè volle condurre il suo popolo fuori dall’Egitto incontrò l’ira del faraone che cercò di ostacolarlo in ogni modo.Intervenne Dio che con vari segni cercava di avvertire il capo egizio di lasciare liberi gli ebrei al loro destino. Uno, due, tre. Molti segni. Inascoltati. Alla fine un vento di morte invase l’Egitto

dalla rubrica Il coraggio delle idee a cura di Ardita Flores