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Papa Francesco sulle orme di San Francesco e del Santo ‘Papa Buono’

Quando si dice “nomen omen” (il nome porta l’uomo – nel nome c’è il futuro dell’uomo), anche se molte volte è così, di solito si capisce a posteriori, perché il nome, in realtà, viene affidato alla persona appena nata.
Ma quando il nome uno se lo sceglie, c’è da supporre e da credere che abbia chiaro in mente che quel nome ha a che fare con il suo programma di vita. Ebbene, per chi avesse ancora qualche dubbio, con la pubblicazione della sua terza enciclica papa Bergoglio ha detto chiaramente quanto il suo programma di ripercorrere le orme di San Francesco lo avesse chiaro sin dall’inizio. E lo aveva già detto chiaramente rispondendo al giornalista
che gli chiese il perché del nome scelto: «Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco, come Francesco da Assisi».
A lui sin da subito ha ispirato il suo ministero petrino nella povertà personale, ma anche l’impegno per la riforma della Chiesa e le sue
scelte – a rischio di essere incompreso e osteggiato – di predilezione per i poveri e gli ultimi, nonché la sua grande apertura verso gli uomini tutti, pensati ed amati come una famiglia universale di fratelli.

Scelte queste ultime che nell’enciclica firmata proprio ad Assisi sono state abbondantemente confermate. Ma la scelta di firmare la sua ultima enciclica ad Assisi, mi ha fatto anche pensare a un altro grande Papa, Giovanni XXIII che, eletto come ”papa di transizione” – data soprattutto la sua età (fu eletto a 77 anni) e visto che i cardinali in conclave non riuscivano a mettersi d’accordo – il quale, dopo soli tre anni di pontificato decise a sorpresa di tutti di indire un Concilio, tra i più rivoluzionari della storia e ancora, purtroppo, in buona parte da attuare.

Il Papa: governi soccorrano subito chi non ha per vivere - Politica - ANSAFoto ANSA

Proprio per questo, forse, più di qualcuno si chiede, e non da ora, se non sia necessario un terzo Concilio. Anche lui, il “Papa buono”, il 4 Ottobre 1962,
si recò da San Francesco ad Assisi (dopo essere stato alla Madonna di Loreto) per invocare il loro aiuto per il Concilio che sarebbe iniziato appena due settimane dopo. Ma l’impressione di molti è che Papa Francesco – il
primo papa che non ha partecipato al Concilio Ecumenico Vaticano II – in realtà quel Concilio lo tenga ben vivo nel suo cuore e da subito abbia preso l’impegno di portarlo ad attuazione, avendone respirato e vissuto – sia pure
da lontano (o forse proprio per questo) – tutta la “novità”, la freschezza e la bellezza.

Quanto al terzo Concilio auspicato, volendo modulare una sua espressione a proposito della guerra, viene da pensare che non lo ritenga necessario perché tutto sommato con tutto quello che la Chiesa sta vivendo e con il
suo lavoro instancabile, accompagnato dalla sua determinazione, lo stia portando avanti “a mozzichi” e la riforma della Chiesa – nonostante le numerose difficoltà sia pure a piccoli passi (che poi non sono tanto piccoli e
magari fossero accolti da tutti ed attuati!) sta andando avanti.

Quel che è certo è che lo Spirito – nonostante i nostri limiti, stanchezze e resistenze, sta soffiando forte sulla Chiesa e sul Mondo e Papa Francesco ce la sta mettendo tutta. Sta a noi fare ciascuno la propria parte e lasciarci condurre dentro la novità della fraternità e dell’amore.

don Alberto Mariani