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Sinodando/CONVERSIONE SINODALE

NECESSARIA-DOVEROSA-INDISPENSABILE

“Chi ben comincia è a metà dell’opera”. Questo detto nasce dalla sapienza popolare e – salvo imprevisti – dovrebbe andare bene sempre e per chiunque. Purché, però, si parta con il passo giusto.
Siamo al sesto mese da quando il Sinodo ha preso il via ufficiale per tutta la Chiesa e per le singole diocesi; la ‘macchina organizzativa’ si va muovendo, ma la stragrande maggioranza dei diretti interessati non ne ha ancora sentito parlare; e se pure ha sentito la parola ‘sinodo’, è lontana dall’aver compreso che riguarda anche lei e lui. Qualcuno ha capito che la Chiesa vuole rinnovarsi – e c’è anche chi ha aggiunto: “Era ora!” -, ma ha già preso le distanze, perché non la sente come “cosa” sua.
Tra le espressioni più importanti da far passare subito – ed è un passo fondamentale senza del quale tutto il resto sarebbe inutile – penso che ci sia proprio quella della “conversione sinodale”.
Se la parola “conversione” indica un cambiamento che riguarda tutti, e sinodo vuol dire ‘cammino insieme’, legata alla parola ‘sinodale’, conversione sinodale vorrà dire “fare insieme un cammino di cambiamento”. A dir la verità, suona e cade anche bene, sia perché si vede in giro sempre più gente che – nonostante il coronavirus – ha ripreso a camminare anche materialmente, e sia perché la parola “insieme” proprio in questo tempo di pandemia è stata ripetuta a più non posso; e in molti hanno tentato di far capire che l’unione fa la forza e che “insieme ce la faremo”. Parole queste ultime ripetute in questi mesi da grandi e piccoli, con grande entusiasmo che man mano si è andato spegnendo.
Costruire insieme la conversione sinodale comporta l’impegno a far sì che l’entusiasmo non si perda cammin facendo, ma sia sempre in crescita gioiosa fino a diventare contagioso. È esattamente quello che è successo ai primi cristiani per i quali Chiesa e cammino insieme erano la stessa cosa. Non a caso i cristiani all’inizio venivano chiamati “quelli della strada”.
L’assiduità agli incontri, all’ascolto degli apostoli… la gioia dello stare insieme e l’amore vicendevole era la concretezza della loro conversione che conquistavano anche i pagani che chiedevano di aggiungersi e dava loro l’entusiasmo e la forza di sfidare anche le persecuzioni.
È l’esperienza di Chiesa che oggi siamo invitati a recuperare, per fare – come ci ha chiesto Papa Francesco – “non una nuova Chiesa, ma una Chiesa nuova”, che tutti i membri, ossia tutti i battezzati – piccoli e grandi, dal Papa fino all’ultimo e viceversa – debbono costruire insieme, facendo tutti i conti con la parola umiltà, perché senza umiltà non si può incontrare Dio e nemmeno il prossimo, il fratello e la sorella che vivono accanto (Papa Francesco). Coraggio dunque, possiamo farcela, perché non siamo soli ma abbiamo a guidarci e ad aiutarci lo Spirito Santo, che della Chiesa e del Sinodo è l’anima e il protagonista.

don Alberto Mariani